La vegetariana, di Han Kang (Adelphi 2016). Il titolo può trarre in inganno: qui non si tratta di una scelta di alimentazione, si tratta della parabola di una giovane donna coreana che ad un certo punto della sua vita, a partire da un senso di orrore per la carne, aspira a farsi pianta, albero, a vivere di mera luce. Mi ha fatto venire in mente, seppure in un contesto culturale diversissimo, la fase finale della vita di Simone Weil. Un romanzo duro, di interpretazione non facile, una vicenda che lascia sconcertati, e che richiederebbe forse una conoscenza della Corea e della sua cultura che mi manca e che non avrò mai.
