Le Edizioni Lavoro di Roma sono benemerite per la loro pubblicazione di testi di autori non euroamericani. Ho letto con interesse il romanzo di Arthur Maimane Vittime (Victims, 1976, trad. italiana di C. Corsi, 1992), che è anche l’unico di questo intellettuale nero sudafricano costretto a lasciare il suo paese a causa dell’apartheid nel 1958. La storia è ambientata nel sobborgo di Sophiatown negli anni Cinquanta, agli inizi della segregazione razziale, e vede come protagonisti di una vicenda parallela un giovane nero inquieto e ribelle, con doti intellettuali ma attratto dalla malavita, e la giovane donna bianca da lui violentata in un vicolo nascosto, non per pulsione sessuale né per odio nei suoi confronti, ma per la volontà di identificarsi in qualche modo entro l’atroce situazione che si sta creando tra bianchi e neri. La donna, poi, resta incinta e non vuole rinunciare, nonostante la fortissima pressione ambientale…
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