La casa del gelsomino (Bayt al-Yasmin, 1986, trad. it. di F. De Angelis, Jouvence 2006) è un romanzo di Ibrahim ‘Abd al-Magid dalla struttura abbastanza singolare. Ognuno dei 10 capitoli è preceduto da un brevissimo testo che è quasi un sintetico racconto: e sono testi differenti per stile e senso e collegamento al flusso narrativo principale. Questo espone le vicende di un personaggio, il mariuolo Shagara, che ad Alessandria conduce una vita eticamente bassa, vivendo di furberie su di un incerto confine tra sindacato e malavita. Interessante, tra le altre cose, per un lettore occidentale, è l’immagine di un Egitto sostanzialmente laico. Sembra qui che la pervasiva e sotterranea presenza dei Fratelli Musulmani non sia neppure avvertita. Ho l’impressione che molti intellettuali e scrittori egiziani se la cavino semplicemente rimuovendo l’Islam radicale dal loro mondo intellettuale e narrativo.
Mi piace citare un passo che rimanda al dibattito…
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