Fin dai miei primi anni ho amato la pesca. Il mio primo fiume è stato quello che scorre attraverso il paese in cui sono nato, un paese dal nome strano: Zero Branco. Il fiume si chiama Zero. Le sue acque non sono più pulite come un tempo, quando i ragazzini del luogo vi facevano il bagno, e sono anche meno profonde, ma continua ad ospitare una numerosa popolazione di pesci. A parte qualche luccio, si tratta di pesci non particolarmente nobili: alborelle, triotti, scardole, cavedani, rare carpe. Io amo la pesca con l’esca artificiale, la caccia ai pesci predatori, la pesca di movimento: un lancio qui, uno lì, con lunghe scarpinate sulle rive. Qualche volta, però, mi piace ritornare all’infanzia, e allora canna lunga, ametto, galleggiantino, larvette, e pesca per ore fermo in un punto, tirando su un pesce dopo l’altro. Quasi tutte alborelle, buone da friggere e da mangiare…
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