La mia religione 6

καὶ λέγων ὅτι πεπλήρωται ὁ καιρὸς καὶ ἤγγικεν ἡ βασιλεία τοῦ θεοῦ· μετανοεῖτε καὶ πιστεύετε ἐν τῷ εὐαγγελίῳ.

e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo.

Poiché convertitevi-μετανοεῖτε, cioè cambiate la vostra mente, è detto ad Israeliti, questa parola non significa invito ad adottare un altro dio. L’unico dio è Dio, e non possono esistere più monoteismi, ciascuno dei quali rivendica il diritto di essere considerato l’unico autentico, vero e puro. Veramente, può accadere che il Dio di cui ci si proclama servi, e in nome del quale si scende in guerra con chi professa fede in un altro Dio unico, o in molti dèi, non sia che l’assolutizzazione del proprio Desiderio. Perversione del monoteismo: io sto col Bene, dunque chi non sta con me sta col Male. Chi non sta con me è malvagio, e con lui non si può negoziare, perché la sua malvagità e corruzione sono totali, e non c’è nulla da salvare in lui: si può solo eliminarlo, anzi si deve.

Ma il contenuto fondamentale del buon annuncio, dell’evangelo, qual è? Il contenuto è la vicinanza del regno di Dio, a cui si è invitati a credere. La conversione è qui: chi pensava che il regno di Dio fosse lontano ora crede che sia vicino. Ma il problema è: cosa significa il regnare di Dio? Poiché Dio e il suo regno non possono essere separati, la questione del regnare di Dio porta a quella sulla natura di Dio, sulla sua pensabilità e rappresentabilità nell’orizzonte concettuale e culturale contemporaneo. Come nella stessa tradizione cristiana è reso evidente dagli appellativi di Padre e di Figlio, ogni teologia è insieme necessariamente e dialetticamente un’antropologia.

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