Referendum sulla gestione dell’acqua. Tema che suscita emozioni forti. Ragione messa all’angolo, come sempre. La rete idrica italiana che perde acqua dovunque, e su cui si specula in tutti i modi, è un potentissimo simbolo della condizione intricata in cui si trova il Paese. Dove, anche, molti impugnano spade di Gordio, senza essere Alessandro.
Quel che qui si dice è da considerare: http://www.scribd.com/doc/55312143/Referendum-sull-acqua-tutte-le-bugie#source:facebook
Nel documento da te indicato si afferma:
Di fatto, la legge Ronchi (quella che si vuole abolire col quesito della scheda rossa),dà la libertà, alle amministrazioni locali, di affidare, se lo vogliono, la sola gestione degli acquedotti(e non la loro proprietà) a imprese private, tramite gare ad evidenza pubblica.
Non mi risultava esserci questa grande libertà, infatti da altre parti trovo:
“ferma restando la partecipazione obbligatoria all’Autorità d’Ambito di tutti gli enti locali ai sensi del comma 1, l’adesione alla gestione unica del servizio idrico integrato è facoltativa per i Comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti inclusi nel territorio delle Comunità Montane, a condizione che gestiscano l’intero servizio idrico integrato , e previo consenso dell’Autorità d’Ambito competente” (comma 5, articolo 148 D.Lgs 152/2006)
Insomma, pur consentendo con te che la questione è complessa, quel “se lo vogliono” mi sembra abbastanza mistificante per un testo che si dichiara pomposamente demistificante.
In generale della questione non capisco quel 7% di remunerazione annua da assicurare (tramite aumenti tariffari q.b.) al capitale investito. Perché proprio 7 ?
Io, in verità, non sposo le tesi del documento. Penso semplicemente che la questione sia ben più intricata di quanto appaia dalle argomentazioni dei fronti opposti.
Concordo.
l’acqua sarà la risorsa più importante in futuro, per la nostra sopravvivenza…
adesso è sostituita da tanti surrogati, succhi di frutta, bibite, vino ecc.ecc.
la l’acqua, la semplice acqua di fonte da bere, sarà il gioiello più raro.
Fabio, tu credi alla cecità dell’anima?
Non so se credo all’anima…
questa è una grave incertezza.