Verità, tempo

Il problema della verità nella sua relazione allo scorrere del tempo. Le visioni del mondo e i costumi mutano di società in società, di epoca in epoca. Leggiamo ora il Sillabo del 1864, nel quale sono affermazioni della cattedra di Pietro che oggi ci appaiono assolutamente inaccettabili, anzi che oggi il Magistero ecclesiastico stesso rifiuta, proponendo invece il loro contrario.
Ad esempio, la proposizione condannata XXIV recita: “La Chiesa non ha potestà di usare la forza, né alcuna temporale potestà diretta o indiretta”. Quindi il Papa di allora afferma ex cathedra che la Chiesa ha il diritto di usare la forza, ed esercita di diritto un potere mondano. E si condanna altresì l’affermazione (LV) che “È da separarsi la Chiesa dallo Stato, e lo Stato dalla Chiesa”. Quindi secondo il Papa di allora Stato e Chiesa non devono essere separati. E si potrebbero citare molte altre affermazioni di quel pronunciamento dottrinale pontificio che la stragrande maggioranza dei cattolici di oggi non può accettare. Ma se vengono relativizzate al contesto storico-culturale divengono appunto relative. E si debbono pensare come relative anche le affermazioni papali odierne.

È possibile una “opinione pubblica” all’interno della Chiesa? Di fatto esiste, ma i suoi contorni sono confusi, e dal punto di vista dottrinale estremamente problematici. Lo si è visto nel recente caso Williamson. Nella sua lettera ai vescovi Benedetto XVI evidenzia un fortissimo disagio per le critiche al suo gesto di riconciliazione emerse all’interno della Chiesa, e loda quei cattolici che hanno mostrato “fedeltà immutata verso il Successore di san Pietro”. Ma che significa oggi “fedeltà al Papa”?
La consapevolezza della relatività di buona parte del modo di essere religioso allo spirito dei tempi (per cui ad esempio si dovrebbe “comprendere” la prassi dell’Inquisizione in relazione alla cultura del tempo, ecc. ecc.) è strettamente legata al relativismo come visione della realtà. Una volta accettato che si deve perdonare ad Agostino il suo teorizzare l’uso del braccio dello Stato contro gli eretici perché così volevano i suoi tempi, dove si porrà l’inviolabile locus del “vale per sempre”?

2 pensieri su “Verità, tempo

  1. L’inviolabile locus del “vale per sempre” si pone in Cristo – verbo e immagine, centro energetico e adamantino della mente umana e degli universi, mistero di di gloria generato dalla stessa sostanza del Padre fin dalla pre-eternità. Ancora immagine? Forse l’accettazione piena di una radiosa figura con un “cuore” ferito, talmente luminoso e aperto da contenere l’innumerevole esistere, anch’esso ferito.
    La luce, l’apertura e la libertà della mente, esiste forse qualche altra libertà possibile ? Con le parole di Gregorio di Nissa: ” Colui che si trova nella luce non vede tenebre, così colui che ha il suo occhio fisso in Cristo, non può contemplare che splendore”. D’altra parte, “rimaniamo imperfetti e immaturi, finché non si è formata in noi, come dice l’Apostolo, ‘l’immagine di Cristo'”.

    “Questa è quella roccia liscia, sdruccievole e ripida, che non offre in se stessa alcun appoggio o sostegno per i concetti della nostra intelligenza”.
    ( dalle «Omelie» di san Gregorio di Nissa, vescovo.
    >http://www.youtube.com/watchv=zTvTgWQ5tBM).

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