OTELLO
Dio! mi potevi scagliar tutti i mali
della miseria, della vergogna,
far de’ miei baldi trofei trionfali
una maceria, una menzogna …
e avrei portato la croce crudel
d’angoscie e d’onte
con calma fronte
e rassegnato al volere del ciel.
Ma, – o pianto, o duol! –
m’han rapito il miraggio
dov’io, giulivo, l’anima acqueto.
Spento è quel sol,
quel sorriso, quel raggio
che mi fa vivo, che mi fa lieto!
Spento è quel sol, ecc.
Tu alfin, Clemenza,
pio genio immortal
dal roseo riso,
copri il tuo viso santo
coll’orrida larva infernal!
Ah! Dannazione!
Pria confessi il delitto
e poscia muoia!
Confession! Confession!
Grandioso, e bello, di quella bellezza selvatica e dura che appartiene ai toreri…
Voluttuosa la forza del testo che in se reca anche dolcezza.
che delizia!
:-)