Sono sempre più convinto che il pessimismo radicale dell’ultimo Girard sia uno sviluppo delle premesse, che non vi sia un salto rispetto ai suoi inizi. E penso che ciò sia legato alla mancanza di una base filosofica del suo pensiero. In realtà, l’essere umano di Girard non è altro che pura relazione mimetica, e proprio per questo è sostanzialmente un nulla. Perché la filosofia non è eludibile, ritorna sempre. E un’antropologia che pensi di farne a meno alla lunga non si regge. In questo, ha ragione Giuseppe Fornari, che si sforza di introdurre nella teoria mimetica un fondamento metafisico.
Occorre anzitutto, secondo me, che la teoria mimetica pensi il concetto di identità e di differenza. Un mancato chiarimento di questi concetti e della loro relazione porta infatti nel buio del nichilismo, in cui lo stesso Girard, che ne è un critico, rischia sempre di sprofondare. Continua a leggere