Il bene sia con voi! è il titolo dello scritto che chiude il libro ononimo di Vasilij Grossman (Adelphi 2011). Ci sono alcuni racconti, e appunto questa narrazione-meditazione sulla breve permanenza dell’autore in Armenia, quando ormai la sua vita si stava avviando al declino. Vi troviamo note tolstoiane, come l’apprezzamento di una semplicità e purezza contadine che è tipicamente russo, e in generale una straordinaria apertura umanistica. Grossman, che nella vita ha molto sofferto, è infinitamente lontano da qualsiasi tendenza nichilistica, e pur conoscendo il male profondo, e la capacità umana di abbracciarlo e diffonderlo, è un credente nel bene, e lo cerca e vede là dove è possibile vederlo, nel chiaroscuro delle vite umane. Riporto due passi che mi sembrano molto belli. Continua a leggere
Grossman
A un cerbiatto somiglia il mio amore
Nota di Giusi Meister
David Grossman, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Mondadori 2009.
Senza parole…
…È esattamente così che mi sono sentita conclusa la lettura di quest’ultimo libro di Grossman.
Non credo nemmeno che sia possibile racchiudere un universo talmente vasto in un semplice commento. Questo libro è tante cose assieme. E soprattutto, è una summa di tutti i temi cari a Grossman. È, dunque, una riflessione sulla comunicazione in quanto fonte di vita e sulla creazione – o piuttosto sul tentativo di creazione – di una zona franca in cui sopravvivere al mondo, e in cui permettergli di sopravvivere a se stesso.
È un pensiero amaro sul modo in cui il linguaggio forma e deforma gli esseri umani, ma anche li salva riportandoli ad un Eden interiore dimenticato.
Una considerazione malinconica sull’amore. Sul modo in cui gli uomini e le donne si conoscono e dimenticano poi di essersi conosciuti. Sulla dimenticanza volontaria o involontaria; sull’incapacità di amare e sul terrore vasto e profondo che l’amore genera.
E, soprattutto, è un libro sui figli. Sul modo in cui il mondo li cambia, e li sottrae non solo ai genitori, ma soprattutto a se stessi. Com’è, allora, che un figlio bambino che rifiuta di nutrirsi di carne, da adulto accetta poi l’idea di uccidere altri esseri umani? Quale processo alchemico è avvenuto, non sui metalli, ma sulla carne umana ?.
Non ci sono risposte. Ognuno dovrà trovare la propria. Questo libro è il racconto di un viaggio. E così come Sheherazade raccontava per salvarsi la vita, qui Orah racconta il figlio per salvare la vita a quest’ultimo. Parole in viaggio; parole lungo una strada, che è quella della vita. Non sapremo mai se Ofer sarà salvato da quelle della propria madre; come in ogni vita vera, infatti, a nessuno è dato di conoscerne la fine…