«Mettere a fuoco l’anima dentro il ciarpame del corpo è sempre un lavoro difficile. Certe anime sono a cielo aperto, esposte all’ardore del sole, altre invece sono nascoste nel profondo, e bisogna saltare tonnellate di scorie verbali per riuscire a intravederle». (p. 115) Questo è detto a proposito di un vecchio, un nonno di molti bambini, che vive un crepuscolo della vita miserevole, invalido e privo di parola, e col soprannome di General Pattume, nell’incantevole romanzo di Göran Tunström Il ladro della Bibbia (Tjuven, 1986, trad. it. F. Ferrari, Iperborea, Milano 2006). Ma l’intero romanzo è un romanzo sulle anime, sulla loro vocazione all’apertura e sul rischio di una chiusura soffocante che sempre debbono affrontare e non sempre riescono a superare. La ricca galleria di personaggi del libro fornisce esempi di anime che riescono a mantenere un’apertura all’altro e all’amore, una forma di trascendenza, ed esempi opposti di…
View original post 285 altre parole