Ho letto questa favola per adulti di Amos Oz, D’un tratto nel folto del bosco (Feltrinelli, Milano 2005). Il racconto è un apologo sull’intolleranza del diverso e sulla solitudine del ribelle. In un villaggio isolato d’un colpo tutti gli animali spariscono, compresi gli insetti e i pesci del fiume. Per anni la comunità stende un velo sull’accaduto, e ai bambini si narra di un demone Nehi, che infesta il bosco, e si aggira di notte anche nelle strade del villaggio. Due fanciulli, infine, decidono di scoprire dove siano finiti gli animali, e si inoltrano nel bosco. Tipica situazione favolistica. Non mi ha soddisfatto. L’idea di tutti gli animali carnivori ed erbivori che in un luogo segreto vivono insieme come fratelli (il che comporta, poi, un cambiamento di dieta ed abitudini dei soli carnivori, che si abituano a mangiare un vegetale dal sapore di carne, il carnemone) mi sembra…
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