Franco Crespi nel suo libro Il male e la ricerca del bene (Meltemi, Roma 2006) vede il male come qualcosa (non dico a caso qualcosa—esso infatti non mi pare rigorosamente definito e nemmeno problematizzato fino in fondo) che deriva dalla tendenza umana a perseguire degli assoluti in differenti campi. La soluzione sembrerebbe quella dell’accontentarsi del limitato e del relativo, della saggia ricerca del minor male, ecc. Una soluzione laica, non nuova, in verità, ma sempre di nuovo offerta, in incessante lotta con quelli che appaiono gli integralismi, i fondamentalismi e i dogmatismi.
Quel che mi pare di poter rilevare, anche in relazione al breve e interessante passo sul desiderio che qui riporto, è che Crespi non si pone il problema del da dove venga questa brama di assoluto compimento che a suo parere è rovinosa. Insomma, mi pare che anche a Crespi faccia difetto una vera antropologia fondamentale, cioè…
View original post 181 altre parole