Non deve essere stato facile per Silvia Cosimini, di cui ho già apprezzato la bella traduzione del romanzo di Laxness Gente indipendente, rendere in italiano lo stile di Thor Vilhjálmsson, uno stile poetico lirico-tragico che fa del romanzo Il muschio grigio arde (Grámosinn glóir 1986, ed. it. Iperborea, Milano 2002) qualcosa di assolutamente inconsueto e molto affascinante. Pure, l’operazione mi pare riuscita, come testimonia questa splendida pagina, nella quale il paesaggio pastorale islandese, che il giovane magistrato Ásmundur sta attraversando per raggiungere il luogo della sua inchiesta, si mostra insieme sereno e inquietante, immemoriale e mitopoietico. Le radici dell’infelicità umana sono nella natura stessa.
Sera in una valle disabitata. Il sole si volge verso l’invisibile, oltre l’incorniciatura della valle, le colline a occidente. La gratitudine della terra per il giorno trascorso si leva come una foschia violacea nel lontano ovest, mentre il sole ha ancora un tratto da…
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