Tremonti

Leggendo la lettera inviata da Giulio Tremonti al Corriere si vede chiaramente la debolezza morale della nostra classe politica, che è la debolezza morale di tutta la nazione (con poche eccezioni). Questo mirabile documento di una profonda miseria umana va letto punto per punto.

Per cominciare confermo quanto ho comunicato la sera del 7 luglio scorso: “La mia unica abitazione è a Pavia. Non ho mai avuto casa a Roma. Per le tre sere a settimana che normalmente – da più di quindici anni – trascorro a Roma, ho sempre avuto soluzioni temporanee, prevalentemente in albergo e come ministro anche in caserma”. Sono sorpreso: il Ministro del Tesoro, il più importante e potente dei ministri, come un pendolare. A Roma non ha dove posare il capo, e finisce addirittura in un caserma. Una caserma particolare, quella della Guardia di Finanza, di cui è il sovrano. Un luogo dove dovrebbe sentirsi sicuro, mentre non è così. Che Stato è il nostro, allora? Spie e corrotti sono evidentemente ovunque, anche nei grandi Corpi dello Stato.

Poi ho accettato l’offerta fattami dall’on. Milanese, per l’utilizzo temporaneo di parte dell’immobile nella sua piena disponibilità ed utilizzo. Apprese oggi le notizie giudiziarie relative all’immobile, già da stasera per ovvi motivi di opportunità cambierò sistemazione”. Dove si nota una ingenuità che da un grande Ministro, dal Colbert italiano, nessuno potrebbe immaginarsi. Questi intrattiene rapporti di collaborazione strettissima con un ex finanziere-faccendiere, è talmente suo amico da accettare di vivere a casa sua, e non sa nulla dell’immobile?  Davvero sorprendente. Ma un politico non può essere un ingenuo in tutto ciò che non è politica e finanza, e oltretutto qui ogni cosa è intrecciata. Quindi queste parole di Tremonti sono assolutamente non credibili.

Aggiungo ora quanto segue.
È vero quanto ufficialmente in atti: in contropartita della disponibilità di cui sopra, basata su di un accordo verbale revocabile a richiesta, come appunto poi è stato, ho convenuto lo specifico conteggio di una somma a titolo di contributo, pagata via via per ciascuna settimana e calcolata in base alla mia tariffa giornaliera di ospitalità alberghiera. Come facevo prima e come ora appunto faccio ogni settimana in albergo. Dunque, ogni settimana Tremonti dava al suo amico faccendiere un po’ di contante, in modo che la spesa per lui non fosse troppo gravosa. Ma uno si chiede come mai una persona come Milanese possa godersi un appartamento da 8.500 euro mensili. Il fatto serio è l’estrema leggerezza che da parte di Tremonti si manifesta in questa pericolosa amicizia. Ma è un tipo di leggerezza molto diffuso nell’attuale classe politica, e in verità in tutta la Nazione: la leggerezza dovuta alla mancanza di etica.

Aggiungo solo che all’inizio avevo pensato ad un diverso contratto, che ho poi subito escluso, per ragioni personali. Mi ritorna ora nella forma di una paradossale ironia, ma la ragione del tutto non era di convenienza economica, ma di «privacy»! Cosa significa? Significa forse che Tremonti non voleva far conoscere il fatto che stava in casa di Milanese. In realtà, di per sé che un ministro risieda a Roma in casa di un amico non è affatto qualcosa di disdicevole. Certo non più delle riunioni politiche ufficiali nella residenza berlusconiana di Palazzo Grazioli. Però bisogna vedere che amico è. E Milanese non sembra essere una persona particolarmente virtuosa.

Comunque nessun «nero» e nessuna «irregolarità». Trattandosi di questo tipo di rapporto tra privati cittadini non era infatti dovuta l’emissione di fattura o vietata la forma di pagamento.
Come settimanalmente disponevo del «contante»? Dal 2001 prima, e poi dal 2008, ricevo in contanti, in modo perfettamente lecito ed ufficialmente registrato, il mio compenso da ministro, pari a circa 2.390 euro al mese. Rispetto ai «circa 4.000 euro» mensili, la differenza risulta così pari a circa 400 euro a settimana, a circa 1.600 euro al mese. Inspiegabile, impossibile, come facevo a disporne? Nel 2008, sul 2007, ho dichiarato, tanto al fisco quanto in Parlamento, un reddito annuale molto elevato. Come nei tanti anni precedenti. Questo mi ha davvero molto colpito: il Ministro del Tesoro che non si fa accreditare la somma sul conto corrente, ma la vuole ricevere in contante, come le vecchiette alla Posta. Segno della modernizzazione? E Tremonti pensa che uno possa chiedergli come facesse a disporre di quei 16oo euro in contanti. Emerge la visione di una Casta ai limiti della sopravvivenza.

È così che, pur avendo ora interrotto l’attività professionale, ho accumulato titolarità di altri redditi. È tutto tracciato e tracciabile. Anche per questo e per onestà e stile di vita non ho mai avuto bisogno di cercare ed avere benefici impropri di nessun tipo. Anche per questo ogni anno posso fare in modo di dare o devolvere in beneficenza l’equivalente di quanto mi viene corrisposto come indennità parlamentare. Sono commosso. Si desume che il ministro che non sia nella florida situazione economica di Tremonti-in-quanto-non-ministro abbia bisogno di cercare benefici impropri di un qualche tipo. Ora sì che si capiscono molte cose.

Come chiudere? Ho commesso illeciti? Per quanto mi riguarda, sicuramente no. Ho fatto errori? Sì, certamente. In primo luogo, se qualcosa posso rimproverarmi, vi è il fatto di non aver lasciato prima l’immobile. L’ho fatto in buona fede, ma sarebbe stato senza dubbio più opportuno, dato che proprio questo è ora causa di speculazioni che avrei potuto e dovuto evitare. Con il «senno di poi», ripeto, ho sbagliato. Come scusante, rispetto a quelli che Sergio Romano definisce «un errore di giudizio» od «un peccato di distrazione», posso solo portare l’impegno durissimo in questi anni non facili, su tanti fronti. Eh, sì: si tratta però di “errori” e “distrazioni” che in altri Paesi sono giudicati inammissibili in chi ha responsabilità di governo, e deve anche dare esempio di virtù civica. Ma oggi non si può nemmeno parlare di virtù in Italia. E noto come molti accusino della nostra evidente debolezza morale la Chiesa Cattolica. Una palla cinese. L’educazione cattolica è sempre stata un’educazione alla virtù, e il “non rubare”, il “non dare falsa testimonianza”, ecc. sono indicazioni forti che vengono dalla tradizione ebraico-cristiana. Solo la non conoscenza può incolpare la morale cattolica di eccessiva condiscendenza, di lassismo, ecc. È esattamente il contrario: la condizione morale degli Italiani è venuta declinando col crescere dell’individualismo consumistico, con tutte le distorsioni che esso ha portato con sé.

3 pensieri su “Tremonti

  1. Questi son fuori di testa a credere che davvero gli italiani pensanti si bevano le loro ignobili menzogne ogni qualvolta li si becca con le dita nella marmellata.
    L’ offesa al Paese è duplice: una per i furti più o meno legalizzati che subisce a seguito delle loro furfanterie, ed altra quando gli impongono la loro faccia di bronzo (ridacchiano! Ci ridacchiano in faccia!) in televisione mentre accampano le loro insostenibili giustificazioni.
    La cosa che mi fa rabbrividire è rendermi conto del paradosso che a dare loro la possibilità tecnica di sbeffeggiare i principi fondanti delle istituzioni democratiche, che essi puntualmente tradiscono, è la democrazia stessa.
    Quanto alla Chiesa, Fabio, se davvero quei valori che evochi ne fossero lo specchio e la sostanza, perché, allora, non dichiarare pubblicamente e sostenere nei fatti la dissociazione da tanto malcostume e disonestà nei politici cattolici italiani? In realtà noi si vede Tremonti e il cardinale passeggiare appaiati.
    La verità è che gli apparati ecclesiastici non sono esenti da colpe e connivenze con questa politica e che ciò che scatena la loro potente reazione e rende stentorea la loro voce sono i temi attinenti alla sessualità ed al fine-vita. Forse la loro etica si ferma qui?

  2. Ma io, cara Morena, non nego affatto che una parte dell’apparato ecclesistico sia corrotto, e anche molto. La Chiesa è una puttana (in quanto fatta da uomini): la definizione medievale è di “casta meretrix”, dove il “casta” a riferito a Dio, mentre il “meretrix” agli umani.

  3. la chiesa è una puttana, verissimo!
    aggiungerei: e veste di lusso ( viste le tonache sacerdotali).
    io non conosco i dettagli della situazione, ma se un uomo si sente braccato, il suo istinto lo porta, inevitabilmente al desiderio di appartarsi.

Scrivi una risposta a carla Cancella risposta