Rileggo Simone Weil 79

Il male altro non è che la distanza tra Dio e la creatura (III, 311).

Il male nella Bibbia e nella tradizione ebraico-cristiana viene detto nei termini dell’allontanamento della creatura dal Creatore. Ma questo allontanamento non è la Creazione stessa. L’incompatibilità del pensiero weiliano col Cristianesimo è qui. Per Simone Weil la lontananza da Dio è nella creaturalità stessa, nella ek-sistentia da e di fronte a Dio. Che è esattamente, per Dio, la condizione del suo amore. Infine, per la Weil esistere è male.

6 pensieri su “Rileggo Simone Weil 79

  1. La sua suprema contraddizione sta tutta nell’ approdo al Cristianesimo, che invano ha tentato di coniugare attraverso le vette del suo pensiero. Sulla considerazione finale ha ragione, per quel che riguarda la prospettiva umana. Ma ci vuole il fegato di digerirlo.

  2. bisogna innanzitutto capire cosa si intende per distanza;
    se l’incomprensione ho l’irraggiungibilità…
    il male credo sia qualcosa di molto più complesso,
    il suo gene è già nella creatura.

  3. La “distanza”, secondo la Weil: Dio si è distanziato dalla creazione proprio per consentirle di esistere. L’ uomo ne ha fatto ciò che Simone allora (consideriamo anche il momento storico ed il dramma dei totalitarismi della seconda guerra mondiale) constatava e viveva sulla propria pelle ed in prima persona anche come militante combattente. Su tutto, la visione greca della Guerra, in cui vinti e vincitori sono entrambi gli oggetti nelle mani degli dèi, entrambi vittime del “giogo della Forza”. Il mondo non è a misura d’ uomo e genera soltanto dolore e male.
    “La croce è la nostra patria” , dice, e per sconfiggere l’ infelicità l’ uomo non
    può che tentare un ricongiungimento con Dio, attraverso il cammino opposto alla creazione, vale a dire, la decreazione. Annullare e distruggere il suo io ed il suo essere.

  4. il problema è che per raggiungere Dio bisogna percorrere il cammino opposto…verso la creazione!
    la troppa umiltà non porta da nessuna parte, anzi, porta al compiangimento, condizione che a sua volta non porta proprio a nulla.
    ovvero, alla morte della vita (e così anche della forza).

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