Il ministro

E’ cosa buona per chi governa non essere buono, ma sembrarlo. Così, i potenti di tutti i tempi hanno sempre incaricato delle più dure e necessarie azioni un ministro, su cui poi far gravare il carico dell’odio popolare, trattenendo per sé il rispetto e la venerazione. Si tratta di un principio eterno, che subisce variazioni superficiali secondo lo spirito dei tempi.

Machiavelli lo espone narrando la vicenda del Duca Valentino nel VII del Principe.

(…) E, perché questa parte è degna di notizia e da essere imitata da altri, non la voglio lasciare indrieto. Preso che ebbe il duca la Romagna, e trovandola suta comandata da signori impotenti, li quali più presto avevano spogliato e’ loro sudditi che corretti, e dato loro materia di disunione, non di unione, tanto che quella provincia era tutta piena di latrocinii, di brighe e di ogni altra ragione di insolenzia, iudicò fussi necessario, a volerla ridurre pacifica e obediente al braccio regio, darli buon governo. Però vi prepose messer Remirro de Orco uomo crudele et espedito, al quale dette pienissima potestà. Costui in poco tempo la ridusse pacifica et unita, con grandissima reputazione. Di poi iudicò el duca non essere necessario sí eccessiva autorità, perché dubitava non divenissi odiosa; e preposevi uno iudicio civile nel mezzo della provincia, con uno presidente eccellentissimo, dove ogni città vi aveva lo avvocato suo. E perché conosceva le rigorosità passate averli generato qualche odio, per purgare li animi di quelli populi e guadagnarseli in tutto, volle monstrare che, se crudeltà alcuna era seguíta, non era nata da lui, ma dalla acerba natura del ministro. E presa sopr’a questo occasione, lo fece mettere una mattina, a Cesena, in dua pezzi in sulla piazza, con uno pezzo di legno e uno coltello sanguinoso a canto. La ferocità del quale spettaculo fece quelli populi in uno tempo rimanere satisfatti e stupidi.

3 pensieri su “Il ministro

  1. Alla massima machiavellica (oltre che machiavelliana) citata da Brotto si può affiancare, in termini di solidarietà antitetico-polare, la seguente massima del Guicciardini (Ricordi, serie seconda): “Fate ogni cosa per parere buoni ché serve a infinite cose; ma perché le opinione false non durano, difficilmente vi riuscirà el parere lungamente buoni se in verità non sarete; così mi ricordò già mio padre.”
    Detto ciò, pongo la seguente domanda: “A quale delle due massime è bene attenersi?”.

  2. Professore, una domanda su Machiavelli e sull’insegnamento della sua opera nelle scuole italiane: non crede che le antologie farebbero meglio a proporre “Il principe” tradotto in italiano contemporaneo? Io a 16-17 anni ho faticato a leggere la versione originale e tuttora non riuscirei a capire certi passaggi senza l’aiuto delle note. Uno studente inglese o tedesco è molto più facilitato, perchè legge Machiavelli nella propria lingua.

  3. Se con un certo sforzo si riesce a leggere l’originale è molto meglio. Ci sono autori, e Machiavelli è uno di questi, in cui lo stile e la lingua sono fondamentali per una comprensione autentica. Non si può scindere il pensiero dalla lingua che lo esprime, se non perdendone una parte.Vale lo stesso per Boccaccio ecc. E quanto giova alla qualità della propria lingua il dominio di quella dei grandi. Come nella musica, qundo si sanno suonare certe partiture…

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