
Il freudismo sarebbe assolutamente vero se il pensiero non vi fosse orientato in modo tale da renderlo assolutamente falso.
Rimproverare i mistici di amare Dio con la facoltà dell’amore sessuale è come rimproverare a un pittore di dipingere con colori che sono fatti di sostanze materiali. Noi non possediamo altro mezzo per amare. Per altro lo stesso rimprovero potrebbe essere fatto anche a un uomo che ama una donna. Il freudismo è interamente impregnato del pregiudizio stesso che si è assunto la missione di combattere, e cioè che tutto ciò che è sessuale è vile. (III, 164-165)
Fra cento anni tutti sapranno quello che già oggi molti sanno: che la psicoanalisi è molto più vicina alla letteratura, alla religione, alla magia, e nei casi più degradati alla ciarlataneria che alla scienza. Essa è anzitutto una narrazione. E come tutte le narrazioni può essere anche molto potente in certi contesti. Del resto, anche i placebo funzionano nel 30 per cento dei casi, o giù di lì. E come nella magia, un successo è più forte di cento fallimenti. Ma la psicoanalisi anzitutto è una visione della realtà. Ha dei fondamenti, e dei concetti base. Singolarmente, essi vengono poco investigati, e in sostanza si comportano come dogmi. Il modo di procedere del pensiero psicoanalitico è perfettamente illustrato dal caso dell’autismo, che la psicoanalisi ha interpretato (e ahimè trattato) per decenni in modo fallimentare a causa di un errore di principio. Ma questo errore di principio dovrebbe mettere in discussione tutto l’edificio.
per arrivare a definire una verità è assolutamente necessario che il pensiero si liberi da qualsiasi pregiudizio, quindi sono d’accordo con questa teoria…
bisogna imparare ad avere una visione globale delle cose, bisogna poterle toccare nella loro duplice forma.
la letteratura insegna, la scienza dovrebbe provare…
Dio però sta al di sopra di queste forme…
Dio non può essere toccato.
però l’esempio di rimprovero della Weil non mi pare molto efficace.
ci sono cose che non si possono spiegare
.
Io invece non capisco come l’osservazione (verissima) della Weil possa conciliarsi con il catarismo evidente di altri suoi passaggi. Ma certo non conosco bene il suo pensiero come Fabio.
In realtà alcune cose della Weil non si conciliano con altre. Questo potrebbe essere detto anche di altri pensatori asistematici. D’altra parte il corporeo e il sessuale sono stati un problema per il pensiero teologico per tutta la storia della Chiesa, se la vediamo nell’insieme. Ognuno può poi afferarsi a questo o a quel Padre, e a questo o quel versetto, a questo o quel Concilio, e a questa o quella visione della Tradizione. Ma come ha mostrato De Rougemont la Chiesa contro il Catarismo ha scelto l’affermazione del valore della corporeità creata da Dio, e quindi anche della sessualità…