Rileggo Simone Weil 38

weilquaderni

Restaurare la libertà spirituale. La Chiesa ha avuto torto nel separare libertà e spiritualità: il Rinascimento, nel suo bisogno di libertà, ha abbandonato la spiritualità. Esso si è impregnato della Grecia, meno la spiritualità greca. (II, 150)

Che esista qualcosa come una spiritualità greca mi sembra dubbio. La Grecia è per Simone Weil, come per molti altri con differenti declinazioni da Hölderlin ai nostri giorni, una categoria dello spirito. E lo spirito è quello di oggi, che del passato si fa un mito e un’immagine a suo uso, inevitabilmente. Infatti tutto l’aspetto agonistico, tragico e sacrificale della Grecia (che tra l’altro l’ha portata al declino) è ignorato o sublimato dalla pensatrice francese. Tuttavia, qui si tocca una questione di fondo. Poiché il Cristianesimo ha introdotto nel mondo l’idea che la decisione ultima sul proprio destino eterno (salvezza o dannazione) spetta al singolo soggetto umano, o anima, nella sua relazione con Dio. Ma questa relazione è mediata collettivamente, dalla comunità dei credenti. Dunque, io mi salvo da solo, perché nessun altro può decidere al posto mio (nonostante il battesimo dei neonati) e nello stesso tempo non mi salvo da solo, perché posso farlo solo entrando in una comunione, che è anche una tradizione, che è anche una struttura, che è anche un potere (e non solo un’autorità). Di qui una ineludibile tensione che ha percorso e percorrerà sempre la Chiesa (e le Chiese).

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