Del sacro

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Qualsiasi discorso sul sacro e sul profano nell’Occidente post-cristiano non può prescindere dal discorso biblico sul rapporto tra Dio e gli idoli o falsi dèi. Nella Bibbia infatti è contenuta una tendenza demistificatrice del sacro che differenzia radicalmente la tradizione giudeo-cristiana dalle altre religioni antiche.

Il sacro e il sacrificio sono la stessa cosa. Infatti sacrificare significa “fare sacro”. E ogni sacrificio è un atto di violenza. Perciò tutte le religioni sono un tentativo di regolare la violenza mediante il sacrificio, mediante un atto ritualizzato di violenza (Girard). Ma quello di Gesù per i cristiani è l’ultimo, definitivo, sacrificio di sangue. Non ce ne possono essere altri. Nella sfera cristiana, dunque, nel mondo visto attraverso la rivelazione cristiana, la violenza sarà solo profana. In un senso ben preciso, il Cristianesimo è la fine della religione. D’altra parte, se il religioso è, come penso, il porsi dell’umano davanti a forze avvertite come trascendenti, e il suo negoziare con esse mediante il sacrificio, ciò che nel nostro mondo appare come Improfanabile ha tutti i caratteri del religioso. Si tratta però, dal punto di vista giudaico-cristiano, di un religioso idolatrico. E’, del resto, quasi impossibile che un essere umano sia davvero puramente ateo. Se non crede in Dio, crederà in qualcos’altro. Ma questo qualcos’altro, in quanto non Dio, assumerà i caratteri dell’anti-Dio. Vorrei rimandare a due testi pubblicati sul mio sito web:

Dio e il sacro http://www.bibliosofia.net/files/Dio.htm 

e Moneta di sangue http://www.bibliosofia.net/files/Moneta_di_sangue.htm .

Penso che se il discorso deve essere rigorosamente antropologico (e deve esserlo), si debba risalire alle fonti del sacro. Queste precedono la nascita del mercato e della merce (che propriamente esiste solo là dove vi è circolazione del denaro). Le società arcaiche non conoscono la merce, ma ben conoscono religione, sacrificio e sacro. Ben conoscono soprattutto la violenza, e il problema che questa costituisce per l’umano e la sua sopravvivenza (la nostra è l’unica specie per la quale il pericolo massimo sia rappresentato dalla specie stessa). Vi è, a mio giudizio, una singolare cecità nel non vedere la centralità del sacrificio, e il suo essere atto violento, al centro di ogni concezione religiosa del mondo (cioè di ogni concezione umana). Ma ciò non è sorprendente, poiché “chi è stato omicida fin dall’inizio” ha sempre mistificato la sua natura presentandosi come benefattore. La nostalgia dell’orizzonte sacro, che appare forte in molti settori della cultura occidentale contemporanea, sotto varie spoglie, mi appare estremamente pericolosa nella misura in cui oblia il legame essenziale tra il sacro e la violenza.

Ho l’impressione, poi, che perché la discussione sul questo tema oggi sia feconda sarebbe necessario un accordo generalizzato su di un concetto rigoroso del sacro. Altrimenti oscilleremo tra filosofie varie e alquanto soggettive ed un uso metaforico allargato del termine (che può estendersi fino ad un “per me la partita di calcio della domenica è sacra”). Il discorso è chiaramente complesso, ma proprio per questo va impostato con rigore: anzitutto avendo chiaro che santità e sacralità non sono la stessa cosa. L’assoluta trascendenza del Dio biblico, che lo rende altro dalle potenze di questo mondo, spoglia questo stesso mondo di ogni sacralità (esso non è più “pieno di dèi” come era per i Greci – ed è per questo che i primi cristiani venivano visti come atei) e nello stesso tempo fa sì che Dio si possa manifestare totalmente in un uomo. Quello di cui abbiamo appena ricordato la rivelazione pasquale.

2 pensieri su “Del sacro

  1. Caro Fabio,

    ho letto con attenzione la Sua analisi di Mancuso.
    La teologia contemporanea, così come la filosofia, è relegata ad accademismo di “copia ed incolla” come va sostenendo Soros – l’economista oxoniense -. In Italia Lei ha constatato che la teologia grande, seria, è esclusiva del clero, e per fortuna non è così: vi sono associazioni che tentano di promuovere – in ambito cattolico e non – un nuovo cristianesimo.

    La invito, se avrà piacere e gioia :-) a visitare due cose in rete: il sito http://www.teologhe.org e la mia personale pagina che qui Le ho inserito.

    Con viva stima.

    Antonio DI GIORGIO

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