“La sottomissione dell’individuo alla società – al popolo – all’umanità – all’idea – è una continuazione del sacrificio umano… la crocifissione degli innocenti che pagano per i colpevoli… L’individuo, che è la vera, autentica monade della società, è sempre stato sacrificato a qualche concetto generale, a qualche nome collettivo, all’una o all’altra bandiera. Quanto allo scopo del… sacrificio… la domanda non è mai stata nemmeno posta “.
È un passo da Dall’altra riva di Herzen, citato da Isaiah Berlin a pag. 171 de Il riccio e la volpe (un testo col quale la classe politica “liberale” che ci governa deve avere scarsa o nulla familiarità, temo).
Nell’Italia di oggi tutti si sentono sacrificati: gli insegnanti non meno dei postelegrafonici, dei bancari, dei medici ospedalieri, dei conducenti di autobus, dei controllori di volo, ecc. Chiunque sia in una posizione subordinata soffre e smania, vorrebbe essere libero, viaggiare, sognare, comandare, conficcare canettianamente la propria spina in altri. Ogni gruppo subordinato si avverte sacrificato, ogni singolo all’interno del gruppo patisce una crocifissione. Il flusso dei desideri, che è vitale per le società occidentali avanzate, e che viene indirizzato dai media, quel potente flusso dei desideri la cui funzione fondamentale è quella di canalizzare e differire la violenza, trova continuamente dei punti di ingorgo, di ostacolo, in cui si generano vortici pericolosi. Poiché il medium del desiderio è il denaro, la scarsa disponibilità di questo, a fronte dei desideri incalzanti, produce frustrazione e rabbia. L’astuzia intrinseca del sistema è legata alla sfera del desiderio, ed è la speranza: l’appagamento è possibile, purché vi sia fortuna. Di qui l’impegno dei media nel diffondere l’immagine della fortuna (dei vincitori della lotteria, ecc.), e del successo non legato alla virtù ma all’immagine e alla sorte. Può capitare a tutti, nessuno è escluso, coraggio, spendi in biglietti di questa e quella lotteria una parte della tua pensione sociale, partecipa a sistemoni e sistemini, e vedrai che prima o poi la fortuna sarà al tuo fianco, e con due milioni di euro sarai felice e contento per i quattro anni che ti restano da vivere.
Il problema fondamentale forse oggi per noi è in ciò che il sacrificio è comunque necessario di fatto, ci devono essere i sacrificati, gli esclusi dalla torta, quelli che sgobbano e tengono in piedi la baracca, ma nello stesso tempo l’ideologia imperante vuole che il sacrificio sia ingrato, sia male, sia da evitare a tutti i costi. E siccome ufficialmente il sistema è democratico ed egualitario, mentre non lo è nella sostanza, viviamo in una situazione di ipocrisia. La questione verte sul senso del sacrificio, per riprendere Herzen. E su questo punto è il caos, a cominciare dalla scuola : da un lato si pretenderebbero rigore, studio, acquisizione di sapere reale (quindi sacrificio), dall’altro risultati facili, piacere, appagamento immediato, felicità.
C’è molto di vero in quello che scrivi, anche se il sacrificio dei molti per edificare l’unica piramide mi ricorda un po’ l’Egitto dei Faraoni.