Iraq

viol.jpgL’attacco americano all’Iraq è stato un colossale errore geostrategico. L’insieme della prima e seconda Guerra del Golfo, con gli annessi e connessi, daranno esempi a non finire agli strateghi futuri su tutti gli errori possibili in campo bellico. Non mi ci soffermo, ci vorrebbero pagine. Da un punto di vista strettamente antropologico, tuttavia, mi paiono molto interessanti i modi in cui la vicenda irachena viene seguita dall’opinione pubblica occidentale, e soprattutto da quella italiana. Questa in generale è ignorantissima di cose religiose, che vengono a priori ritenute secondarie rispetto a ciò che veramente conta: politica, spettacolo, e soprattutto economia. Le vicende legate alle religioni vengono sempre liquidate come meri epifenomeni dei fenomeni reali che sono di natura economico-sociale. Vi è una dicotomia nel nostro pensare: vi è il reale, cioè l’economico ecc., e vi è l’irreale, ovvero le credenze, le religioni ecc. Quindi uno scontro religioso, ad esempio, è visto come maschera di un reale scontro economico. Queste sono appunto categorie occidentali, ma chi le usa per interpretare il mondo non si accorge che lo forza dentro schemi occidentali, ovvero lo occidentalizza, mediante una sorta di imperialismo del concetto. Così la natura del fondamentalismo islamico resterà ancora a lungo impenetrabile alla nostra mente. Così fatti come la guerra civile algerina rimarranno fuori del nostro campo d’attenzione, la Cecenia un buco nero, gli yazidi assassinati in massa nel Kurdistan un nulla assoluto. Se li avessero uccisi i marines sarebbe stata un’altra cosa. In realtà tutto deriva dalla nostra incapacità di cogliere il legame originario tra la religione , la violenza, e tutti gli altri fenomeni umani. L’unica teoria che può darne conto pienamente è oggi l’antropologia generativa.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...