Leggo in Cross Purposes di Anthony W. Bartlett, edito da Trinity Press, Harrisburg 2001, e qui traduco:
Se l’ipotesi di Girard spiega fedelmente una verità biblica – cioè che la cultura umana è generata da una violenza originaria, che l’umanità ha una genetica culturale nella e attraverso la violenza – allora il mondo oggi si trova sul ciglio di una crisi incondizionata. Tutti i meccanismi di contenimento stanno allentando la loro presa; le forze di controllo della religione tradizionale ed il sacro sono progressivamente aboliti. Non vi sono più limiti né confini.
Questo è vero nei termini dell’ideologia della democrazia liberale, nei confronti delle identità e dei comportamenti sessuali, familiari e sociali. Ma in realtà è più profondamente e sistematicamente vero nell’inarrestabile flusso globale di oggetti di desiderio; nei media, nella tecnologia dell’informazione, nei grandi supermercati dei ricchi. Questo è il luogo in cui la crisi più pienamente si manifesta.
L’abissale distanza tra i ricchi e i poveri, sia entro che tra le nazioni, per un verso smentisce la vantata assenza di confini, e lo fa nel modo più brutale. E tuttavia nello stesso tempo l’onnipresenza della telecomunicazione ogni giorno deride i membri della specie umana con una sensazione immediata di cose che devono essere desiderate, cose che in realtà sono accessibili solo ai pochi privilegiati. Il mondo comincia a ruotare incontrollabilmente in una giostra di desiderio. E la sua rotazione sempre più veloce diviene un vortice entro il quale coloro che sono scagliati al fondo per qualsiasi motivo devono inevitabilmente replicare mediante la violenza, tentando di rovesciare il loro destino. Si possono immaginare degli scenari in cui tale violenza sia imbrigliata da movimenti reazionari che tentino di controllare il vortice, di rallentarlo, conferendogli un senso superficiale di ritmo, ordine e diritto. È una soluzione che può sorgere dal disastro (economico, ecologico, frustrazione cumulativa della destra politica), e a sua volta produrre una catastrofe su di una scala tale da eclissare tutte le precedenti esperienze di creazione di capri espiatori e di vittime. Ma una risposta del genere non sarebbe a sua volta mai in grado di fare a meno di un’organizzazione di iper-mercato, ovvero di un’economia globale basata su uno scambio intensificato di beni. Una volta che la storia umana abbia prodotto la casa planetaria come un supermercato del desiderio, e il supermercato come casa planetaria per miliardi di umani, è molto difficile vedere questa stessa storia rinunciarvi mediante un programma politico disciplinare scelto razionalmente.
E’ qualcosa di meraviglioso il tuo blog!
*Stefania
Grazie, troppo buona.