Disabilità e potere politico

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L’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), attualmente l’unica associazione nazionale del settore, fa uscire questo comunicato, che mi pare il caso di commentare.

Le associazioni come Angsa sono apolitiche e apartitiche ma dati i risultati ottenuti per L’autismo noi stiamo con il SI
Le associazioni maggiormente rappresentative nel campo dell’autismo non possono dimenticare i grandi risultati raggiunti con la legge 134/2016, i nuovi Lea e la istituzione della Fondazione Italiana per promuovere la ricerca. Pur nel pieno rispetto dei propri dettami statutari che impongono equidistanza e imparzialità politica, le associazioni riconoscono all’attuale Governo il buon lavoro svolto sui diritti delle persone con autismo e delle loro famiglie e attendono con fiducia il completamento dello stesso, attraverso la revisione della Linea Guida, di Indirizzo e dei regolamenti , che consentiranno di rendere fruibili, ed in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, i servizi previsti.
In ragione di tutto ciò, dell’apprezzamento e della riconoscenza per questi provvedimenti che cambieranno in meglio la vita delle persone con autismo, le associazioni ritengono questo Governo meritevole della propria vigile fiducia anche per il sostegno all’approvazione delle modifiche costituzionali, da attuare con il prossimo referendum.

ANGSA ONLUS (www.angsa.it)
FONDAZIONE MARINO ( www.fondazìonemarino.org )

Ora, vediamo, è vero che noi oggi viviamo in un mondo che sta precipitando verso la massima confusione concettuale, ma in questo breve testo sono contenute delle enormi bestialità, tanto che se ora fossi nel Consiglio Direttivo (lo sono stato in anni ormai lontani) mi dimetterei all’istante. Anzitutto, come si fa a scrivere Le associazioni come Angsa sono apolitiche e apartitiche ma dati i risultati ottenuti per L’autismo noi stiamo con il SI? Si rendono conto i dirigenti di quell’associazione di quel che la frase significa, o usano le parole come noccioline americane? Significa questo: l’ANGSA è apolitica e apartitica (in realtà ciò che è apolitico non può, a priori, essere partitico), ma data l’occasione diventa politica e partitica. Una contraddizione vivente, scarsamente dialettica. E questo luminoso principio di incoerenza, per sé ancora astratto, si incarna poi nella storia, nel supporto dell’ANGSA al PD, nella sua intersezione con esso, tra l’Emilia Romagna di Hanau e la Sicilia di Faraone. Sempre più chiaro balza agli occhi il fatto che l’ANGSA è diventata una costola del PD, al punto tale, e qui veniamo al succo di questo inopinato appello, che i suoi dirigenti pensano che l’attuale governo debba essere mantenuto in piedi ad ogni costo, e temendo una vittoria del NO e la conseguente caduta di Renzi, esprimono una aperto e ufficiale sostegno al SI’. Con un evidente abuso, con una violenza sullo statuto e sulle scelte e gli orientamenti personali degli iscritti, che lo statuto chiaramente tutela. Un obbrobrio. Con quello statuto, del resto, nemmeno un referendum tra gli iscritti per verificarne gli orientamenti di voto potrebbe legittimamente consentire alla dirigenza di manifestare pubblicamente quella scelta come scelta dell’Associazione. Altro che democrazia interna, altro che apoliticità: un vero e proprio stupro partitico.
Possiamo aggiungere che l’idea di scegliere il SI’ in un referendum che riguarda parti della Costituzione anche per “riconoscenza” come si dice nel comunicato, appare meschino, e torbido? Perché non aggiungere un “baciamo le mani, Eccellenza Sottosegretario”?
E non si tratta, infine, qui di vedere se il Governo abbia legiferato bene o male sulle questioni dell’autismo e della disabilità generale. La questione è più netta e radicale. Qualsiasi sia il frutto dell’azione di governo, e anche in presenza di risultati eccellenti agli occhi dell’associazione, questa, se è apolitica e apartitica, non può fare pubblicamente delle scelte di campo squisitamente politiche. Per la contraddizione che non lo consente. Se vuole essere ufficialmente e con tutti i crismi quella costola del PD che di fatto già è, cambi qualche comma dello statuto e si denomini ANGSAPD.

(Nota: il sottoscritto voterà SI’, pertanto è al di fuori di ogni sospetto)

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