Era un idolo al crepuscolo, e la sua natura di idolo era ormai evidente a tutti, tranne che agli infiniti uomini e donne ancora accecati dal bagliore sanguigno di quel lontano ottobre russo. Brinderò tuttavia alla sua scomparsa soltanto quando i cubani in Cuba saranno liberi di dire pubblicamente tutto quello che pensano di lui nel bene e nel male, di esaltarlo o di condannarlo. Per ora liberi non sono.
A me in questo momento preme una questione antropologico-politica: perché, dal 1917 in qua, nessun regime che si pretendesse comunista ha mai, dico assolutamente mai, potuto fare a meno di una figura carismatica, potentemente maschia e patriarcale, un idolo nerboruto e fallico, un pater fecondatore? Chiedetevelo, e sarete sulla via della scoperta del nucleo segreto e religioso del comunismo.
