Destra cattolica, Putin & Trump

trumpgamConosco molti cattolici di destra che detestano il papa oggi regnante Bergoglio, e amano di un tremendo amore il russo-ortodosso Putin e il pagano Trump. Può sembrare una stranezza, ma ha una sua logica, ferrea. Il cattolico di destra medio ama infatti il papato come istituzione solo in quanto summa auctoritas, perché ha un disperato bisogno di sentirsi soggetto ad una potente figura autoritario-vendicativa qui e ora operante, dentro il mondo mondano. Il cattolico di destra è una persona il cui tratto caratteristico è il risentimento, che sublima in quella che potremmo chiamare una trascendenza della condanna. Desidera più di ogni altra cosa non la conversione, che non crede possibile, ma la punizione dei malvagi, dei negatori di Dio, dei non obbedienti, e dunque dei differenti da lui. Per questo, l’atto che il cattolico di destra maggiormente brama veder compiere dal successore di Pietro è quello della scomunica. Scomunica, cioè espulsione del radicalmente e irrimediabilmente diverso dalla comunione degli uguali, l’esatto opposto della accoglienza di cui parla continuamente Bergoglio. Putin e Trump sono visti entrambi come potenti uomini di spada, pronti a usare le armi contro chi ci minaccia, e a restaurare l’ordine patriarcale. I loro peccatucci con le donne, e anche fatti ben più gravi, passano in secondo piano, perché il cattolico di destra vede il trono papale come un trono di spade.

Trumping

14963257_1133993919969540_7804450171565867226_nOgni elezione non è solo pro qualcuno, ma anche (e spesso soprattutto) contro qualcun altro. Chi votava DC negli anni Cinquanta e Sessanta votava anzitutto contro il comunismo, e chi votava PCI contro il capitalismo. E il contro genera immaginario ben più di quanto riesca a fare il pro, come si sa. Dunque, uno scontro elettorale è sempre anche uno scontro di immaginari-contro. La Clinton, nonostante tutto l’appoggio dello Star-System, non è riuscita a generare un immaginario funzionale adeguato. Ce l’ha fatta invece Trump, anche perché è riuscito ad apparire, in un certo modo, come il solo-contro-tutti che piace alle masse.
E ora l’impero americano ha il suo capo. Vedremo come guiderà le sue legioni. Certamente, nelle province dell’impero molti reucci e ducetti locali penseranno di poterlo imitare, su scala ridotta.

Ma la cosa che più colpisce è l’assoluta incapacità che gli intellettuali progressivi, con rarissime eccezioni, hanno dimostrato nelle loro analisi. Secondo me la questione è esattamente questa: l’antropologia dei progressivi è astratta, è fasulla: hanno in testa un modello di essere umano che nella realtà non esiste, ed è questo modello astratto che alla fine produce disastri. E così abbiamo una situazione in cui i progressivi, che odiano Finanza e Multinazionali, appoggiano la Clinton che è sostenuta da Finanza e Multinazionali, perché essi vedono sempre la parte e mai l’intero. Ma poiché la loro mente è rigidamente strutturata, nessuna sconfitta aprirà mai i loro occhi.