Non mi piace la parola pedofilo. E’ ambigua, come tutte le parole costruite col suffisso greco -filo cui si è voluto attribuire un significato sessuale, che il suffisso stesso non consentirebbe. Infatti nel greco antico filos significa amico, senza alcuna valenza sessuale. La quale invece è presente nella parola erastés, che significa amante. Da cui pederasta, cioè amante dei ragazzini: parola che fino a qualche anno fa si usava per coloro (maschi) che dimostravano una inclinazione sessuale verso altri maschi, di età molto giovane. In qualche modo, il linguaggio sembra oggi impazzito: cinofilo significa amante dei cani (senza alcuna sfumatura sessuale), esterofilo significa amante di quel che è straniero (senza alcuna sfumatura sessuale), e così via. Ma gerontofilo, ad esempio, non è colui che ama innocentemente i vecchi, ma è invece colui che viene eccitato sessualmente dalle persone anziane. E così via. C’è una confusione immensa, che rispecchia il caos che avanza, il venir progressivamente meno di ogni differenza. Il linguaggio testimonia di questa crisi di indifferenziazione. Continua a leggere
