Ragione e antiragione nel nostro tempo

41kHnkX9XdL__SX198_BO1,204,203,200_La ragione in lotta è il titolo di una delle tre lezioni tenute nel 1950 all’università di Heidelberg da Karl Jaspers, riunite sotto il titolo comune di Ragione e antiragione nel nostro tempo (SE, Milano 1999). Ne traggo queste righe.

L’insegnamento della filosofia ha luogo sul fondamento e con il presupposto di uno studio scientifico specializzato, che conservi la tradizione filosofica e si ponga il compito di promuovere il sapere concernente le categorie e i metodi del pensiero, sapere che non è ancora di per sé filosofia ma lavoro artigianale, senza il quale la filosofia non giunge a chiarezza – inoltre ha il compito di scoprire, nell’immensa mole del pensato, il semplice, l’essenziale. Una filosofia che si isolasse rinuncerebbe alla ragione. La filosofia come disciplina particolare resta problematica. In quanto insegnamento si limita a destare l’attenzione. Lo studio della filosofia ha quindi luogo attraverso lo studio delle scienze e nella prassi della propria vita, risveglia mediante la grande filosofia della tradizione.
Colui che insegna filosofia trova il suo senso nella lotta per la ragione mediante la ragione. In questa lotta, che si combatte solo con armi spirituali e consegna sempre al suo avversario ogni altra arma, vale forse quanto sto per dire.
Affinché nel mondo del pensiero si instauri un disinteresse pieno, è necessario che coloro che pensano siano interiormente indipendenti. E tale l’uomo diviene solo quando è spenta in lui ogni volontà di potenza, e forse solo quando si trova di fatto nell’impotenza. L’impotenza sembra la condizione per operare effettivamente in modo libero e destare la libertà. Nell’accontentarsi senza voler imporre a tutti i costi la propria volontà, il singolo uomo ha la probabilità di contribuire per la sua piccolissima parte a far sì che si crei uno spazio in cui la verità possa prosperare.
(pp. 83-84)