Eros

Eros è questa fame dell’altro, che vuole fare dell’altro lo stesso. Ovvero, l’alterità dell’altro desiderato non è che lo specchio in cui il desiderante contempla se stesso. Come nella famosa canzone di uno dei padri dell’amore occidentale, Bernart de Ventadorn:

Più non ebbi potere di me,
né più fui mio dall’istante
che mi lasciò guardare nei suoi occhi,
in uno specchio che molto mi piace.
Specchio, dopo che in te mi specchiai,
mi hanno ucciso i profondi sospiri
e così mi perdetti, come si perdette
il bel Narciso nella fonte.

L’Amore e l’Occidente di Denis De Rougemont resta per me un testo fondamentale. Massificato e involgarito, oggi rimane questo principio, da cui tutti i media e la società nel suo profondo sono pervasi: il principio per cui nel rapporto amoroso l’amante non ama l’altro da sé, ma sé stesso amante. E prevalentemente negli uomini se stesso amante, nelle donne se stessa amata.