C’è un problema di fondo nell’acuto e ricchissimo libro di Fabio Vander sulla dialettica hegeliana Essere e non-essere. La scienza della Logica e i suoi critici (Mimesis 2009): quello del concetto di rivoluzione. Nella Introduzione Vander chiarisce immediatamente che intende la dialettica “come ragione dell’essere dell’ente ovvero come possibilità della contraddizione come fondamento” (p.10). Ciò non sorprende il lettore del precedente Critica della filosofia italiana contemporanea. Per Vander, il problema della Modernità non è l’ oblio della differenza ontologica, ma l’ oblio della differenza dialettica (p.13). In sostanza, secondo Vander l’autentica natura della dialettica hegeliana è stata mistificata dalla filosofia degli ultimi due secoli, che l’ha recepita e criticata come astratta e separata dal reale, proprio mentre tutte le principali filosofie, compresa quella di Marx e dei suoi epigoni, si volgevano in ontologie. Mentre Vander ritiene che in Hegel l’idealismo non sia affatto la costituzione della realtà da parte del pensiero (idea…
View original post 468 altre parole