Tra i non pochi libri sull’argomento della dignità umana (e non solo umana) oggi in circolazione, questo testo di Wilfried Härle (Würde. Groß vom Menschen denken, 2010, trad. it. di A. Rizzi, Queriniana 2013) è forse quello che meglio riesce ad unire la chiarezza dell’esposizione ad una struttura argomentativa ricca, rigorosa e nello stesso tempo sintetica.
«Nel senso stretto della parola, soltanto gli esseri umani (potenziali o attuali) sono destinatari della dignità, vale a dire: soltanto essi sono esseri ad essa destinati o in grado di conoscere, riconoscere e rispettare la dignità di altri esseri destinatari di dignità, ma perciò anche di misconoscere e disattendere questa destinazione. […] ogni essere umano è per natura soggetto della dignità, che dunque gli compete. E ogni essere umano è per natura destinato a diventarne destinatario. In maniera ancora più precisa: ogni essere umano è destinato a essere soggetto di dignità, e ogni essere umano è destinato a diventare destinatario di dignità. Ma se e in che misura questa seconda destinazione possa realizzarsi effettivamente nella vita di un essere umano e venga di fatto realizzata, dipende da circostanze contingenti che possono anche impedire questa realizzazione.» (p. 99)
Occorre rilevare come Härle, un teologo sistematico evangelico che si è occupato anche di diritto ed etica della medicina moderna nella relativa commissione del Bundestag, abbia scritto questo testo tessendovi un continuo dialogo con la Costituzione tedesca e con la tragica storia della Germania.