Compatire

Quando qualcuno commette nei tuoi riguardi qualche errore, devi subito pensare qual era secondo lui, nel momento che commetteva l’errore, il criterio del bene e del male. Se arriverai a veder questo punto, avrai compassione di quell’uomo; non sentirai più meraviglia, non proverai più sensi d’ira.
Potrebbe darsi ancora che tu stesso giudicassi come lui un bene quella medesima cosa o un’altra del genere. In conclusione non resta altro che compatire.
È possibile invece un altro caso: cose di quel genere tu non le giudichi più buone e cattive. E allora non ti riuscirà difficile esser più mite con chi ha preso tale abbaglio.

Marco Aurelio Antonino, Ricordi VII. 26, tra. di E. Turolla, Rizzoli 1987

Un pensiero su “Compatire

  1. Grazie di aver citato questo pensiero di Marco Aurelio. tra i tanti, che mi piace spesso rileggere, non avevo fatto grande attenzione a questo. Mi sembra molto efficace. Purtroppo oggi ci si dedica poco a riflettere e si ritiene giusto, anzi raccomandabile, reagire “a pelle” di fronte a qualsiasi (vero o presunto) sopruso. Ma la cosa più interessante, per me, è il discorso su bene e male, sulla possibilità di superare la tendenza a giudicare su “cose del genere”. Il che non significa relativismo, ma avere acquisito una mentalità diversa. Siate saggi…! o siate perfetti come Chi manda sole e pioggia su buoni e cattivi?

Lascia un commento