1961

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 Il 1961 fu per me un anno particolarmente patriottico. Ero in quinta elementare, alla Scuola “Scarsellini” di Venezia. Ogni mattina passavo il Canal Grande sul ponte dell’Accademia, per ritrovarmi in classe col maestro Nervo, uomo di gran nerbo, come il nome stesso dichiarava, ma anche molto umano, e da cui ho imparato molte cose. La più importante questa. Una mattina, di punto in bianco, ci disse: “sto morendo”. Rimanemmo annichiliti, noi 28 maschietti. Soggiunse: “ciascuno di noi inizia a morire dal giorno in cui nasce. Anche voi state morendo”. Penso che da quel giorno iniziai a filosofare.

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In classe cantavamo l’inno di Mameli e l’inno di Garibaldi. Quest’ultimo mi piaceva di più. 

                               
Si scopron le tombe, si levano i morti
i martiri nostri son tutti risorti!
Le spade nel pugno, gli allori alle chiome,
la fiamma ed il nome d’Italia nel cor:
corriamo, corriamo! Sù, giovani schiere,
sù al vento per tutto le nostre bandiere
Sù tutti col ferro, sù tutti col foco,
sù tutti col nome d’Italia nel cor.

Feci, in quell’anno 1961, la mia unica gita scolastica. A Trieste, Miramare e Redipuglia, con visita al Sacrario. A Trieste mangiammo in una trattoria. Ricordo ancora il sapore del purè, aromatizzato dall’aglio, che a casa mia non veniva mai usato in cucina, e fu allora una scoperta. Durante il viaggio di ritorno, in corriera fui colto da nausea, e vomitai l’anima. In Piazzale Roma, sbarcato dall’autobus, mi accorsi di aver perduto il portafogli che mi avevano appena regalato. Mi misi a piangere, e il maestro Nervo mi fece scivolare in mano duecento lire.

Qualche giorno dopo, in Piazza San Marco, tra uno sventolio di infinite bandierine tricolori, cantammo l’inno di Mameli. Fu inebriante.

E’ passato mezzo secolo. In quel giorno, solo un secolo mi divideva dal 1861, mentre oggi mi sembra che da allora siano passati diecimila anni.

5 pensieri su “1961

  1. è bellissimo leggere queste cose Fabio, sono parte di noi, sono una parte fondamentale di noi, ed è giusto ricordarle :-)
    la stampa e l’inno sono dei veri reperti!
    Buonissima giornata…

  2. Possiedo un ricordo analogo.
    Alle scuole medie, quando io le frequentavo, esisteva l’ “ora di canto”. Il maestro era cieco e suonava la spinetta. Dovevamo cantare, con molto entusiasmo ed orgoglio, l’ Inno di Mameli e il “Va’ pensiero” .
    Non è esagerato affermare che il “senso della Patria” un ragazzino può intuirlo a livello subliminale anche da un canto corale e gioioso.
    Lo stesso maestro (occhiali neri e mani affusolate e nervose sulla tastiera), ci ha poi insegnato tutta una serie di canzoni in lingua veneziana, forse sue composizioni, che raccontavano di laguna ghiacciata nell’ 88 e di “stornèi moreti e bèi, …. che stornì a gente, ma in italian…”
    Quel buon uomo era davvero fiero della sua italianità, ed io non ho smesso mai di amare quel suo innocente esempio.

  3. Ciao io sono nato nel ’52 e ho fatto le elementare alla Scarsellini. Anch’io avevo il maestro Nervo. Per caso siamo stati in classe assieme? Io però la gita a Trieste non me la ricordo proprio. In prima e seconda avev la maestra Bortolussi…
    Adesso vivo da molti anni in Piemonte.
    Ciao e Buon Natale
    Lodovico

  4. Caro Lodovico, io di te ricordo nome e cognome (e anche la faccia, quella di allora), perché tu eri amico di mio fratello Paolo, che è stato tuo compagno di classe. Ti ho visto molte volte. Lui era del 1952, io sono del 1950. Purtroppo mio fratello, che faceva il medico, è morto giovane, nel 1993.
    Il mondo è piccolo, con internet…

    Buon natale a te, e un caro saluto

    Fabio

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