Bibliosofia

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Ho chiamato così il mio sito, Bibliosofia. Perché i libri sono pericolosi, e con essi ci vuole saggezza.
I libri sono pericolosi. Essi promettono la liberazione dello spirito, ma tutto ciò che promette allo spirito la liberazione può convertirsi nel custode del suo carcere e nel suo carnefice. Essere-liberati-da significa da sempre passare nel dominio di un altro, tranne che per i pochi a cui è data la grazia della vera libertà.

Così è tra i leggenti. L’apparentemente disinteressata biblio-filia diviene accumulo senza fine, segnato dalla malinconia del sapere i libri infiniti e finito il tempo della vita. Si muta in biblierastia, in sfrenata tensione libidica ad un oggetto sacro, il libro, che promette ciò che non mantiene: felicità del possessore-leggente, colui che sempre accetta e sempre perde la sfida della memoria. Poiché ricordare un libro intero è impossibile, a meno che non sia l’unico, l’eternamente letto, quello che esclude tutti gli altri nel rendere evidente la loro non necessità. Ma anche là dove più forte è il monoteismo etico-religioso, gli uomini di intelletto hanno letto libri, scritto libri, se non altro come commenti all’Unico. Nell’Occidente, dopo il Rinascimento, l’idea stessa dell’Unico Libro ha ceduto il campo ad un politeismo brulicante, con un Olimpo: i classici, i grandi, i sommi, gli assolutamente-da-leggere. Un Olimpo in estensione nel tempo.

I milioni di libri, le centinaia di migliaia di autori, sono un mare infinito, dove ogni bibliofilia e ogni biblierastia manifestano il loro carattere di malinconico fallimento, di chiusura alla verità travestita da affanno bulimico di letture senza fine. La bibliofilia e la più degradata biblierastia si mostrano quali sono: bibliomania, legame all’oggetto-intellettuale-libro e all’atto del leggere come puramente temporale, produttivo di diletti più o meno nobili, più o meno culturalmente giustificati.

La bibliosofia è una metafisica del libro, che lo assume come esercizio spirituale, non come fine.

La bibliosofia è un atteggiamento dello spirito che ha percorso tutte le fasi del suo sviluppo, ed è giunto a contemplare il libro come mero supporto alla sapienza.

La bibliosofia è aperta solo a chi ha avuto buoni maestri, ed è stato sottratto agli idola tribus.

La bibliosofia è autoironica. Sa infatti che ciò che attende ogni coscienza relativa è la stessa condizione in cui essa era prima del suo stesso sorgere.

La bibliosofia è infine, per la sua stessa natura, labirintica, e ambivalente, e produce nel web siti solum spirituali.

Tota bibliosophia in libris et per libros commentatio mortis est.

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