Göran Tunström è un grande scrittore, e questo Lettera dal deserto (Ökenbrevet, 1978, trad. it. di F. Ferrari, Iperborea 2011) è il suo testo più audace. L’audacia non sta tanto nello scrivere un romanzo che narra adolescenza e giovinezza di Gesù, ma nel fare dello stesso Gesù la voce narrante. Non c’è qui nulla di devozionale, nulla di convenzionalmente religioso o antireligioso, nulla delle vite di Cristo, nè alcuna volontà di demistificazione: si tratta di un testo narrativo laico, eppure aperto ad una inedita trascendenza: un testo tipicamente tunstromiano. Continua a leggere