Scritto alle soglie della morte, avvenuta il giorno precedente l’uscita del libro, Le scelte che non hai fatto (Einaudi 2014) non è un grande romanzo, ma merita di essere letto per la giocosa malinconia che lo pervade, per la riflessione che si traduce in storie. Storie di vite di donne: storie qualsiasi, di vite che presentano i caratteri delle vite di ogni essere umano (occidentale contemporaneo dovrei precisare). Le nostre vite come un intreccio di accidenti e di scelte. Ogni scelta esclude altre possibilità, altri sviluppi. Qui la voce narrante cerca in altre donne, nelle loro vicende (in verità non solo di donne si tratta, c’è anche qualche vita d’uomo) quello che da lei è stato abbandonato, i sentieri che sono stati interrotti. Nessuna scelta, argomenta la Perosino, è decisa dal 100 per cento di noi stessi. Ma spesso, per così dire, a maggioranza, magari solo dal 51 per cento. E il rimanente 49 non viene cancellato, ma rimane in noi latente, pronto a riemergere all’occasione. Il succo della narrazione è tuttavia un sommesso inno alla vita, tanto più impressionante per essere scritto da una donna malata e consapevole del proprio destino.
