Conrad’s Shadow

lawtoo-conrads-shadowIl primo libro di Nidesh Lawtoo che ho letto è The Phantom of the Ego, necessaria premessa alla lettura di questo Conrad’s Shadow (sottotitolo: Catastrophe, Mimesis, Theory), edito da Michigan State Univerity Press nel 2016, un testo ricchissimo di idee ed estremamente acuto nell’analisi della vasta produzione del grande scrittore polacco in lingua inglese. Un libro anche di lettura estremamente impegnativa, nonostante la brillantezza della scrittura dello studioso. Da Nietzsche ai film legati a Conrad come Apocalypse Now di Coppola a Sabotage di Hitchcock, Lawtoo elabora la sua analisi della metafisica dell’orrore e della natura proteana del soggetto contemporaneo. Joseph Conrad ne esce come un gigante della letteratura e del pensiero. Condivido questo giudizio.

Questo è un mondo strano, nel quale l’ombra non segue le forme originali, ma piuttosto contribuisce a portare materialmente all’essere queste forme. Così che la questione non è più quella di smascherare il modo in cui i media simulano la realtà, generando copie dei fatti, ovvero ombre senza sostanza. Piuttosto la questione è rendersi conto che la maschera ha effetti materiali e in-forma il soggetto che essa copre proprio nella sua stessa sostanza ontologica, lungo linee che oltrepassano la distinzione tra superficie e profondità, copia e originale, idee e materia, ombre surreali e figure reali.
(p. 325)

Il caso

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Il caso. Un racconto in due parti (Chance. A Tale in Two Parts,  1913, trad. it. di R. Ambrosini, Adelphi 2013 ) presenta ancora una volta la tipica struttura conradiana, con l’io narrante anonimo che incontra il suo amico Marlow, ed ascolta una sua lunga storia. A propria volta, Marlow riporta altre narrazioni, di altri personaggi. Ciò che il lettore vede accadere davanti ai suoi occhi mentali come scena immediata è invece filtrato attraverso più passaggi, ed ottiche differenti. Il testo è complesso, e presenta alcuni nuclei tematici che interagiscono, in una specie di difficile sinfonia, con dissonanze. Il romanzo si articola anche attraverso una serie di opposti: vita di terra-vita di mare; vecchio-giovane; idealista-cinico; maschile-femminile; padre-figlia.
Mi sembra notevole che due precedenti traduzioni italiane, rispettivamente del 1961 e del 1997, presentino come titolo di questo romanzo–in cui è chiaramente affermata la casualità degli eventi, la sovranità dell’accidente–la parola Destino. Destino e Caso qui non possono apparire sinonimi. Si potrebbe però azzardare che per Conrad la destinazione degli umani sia il loro essere assoggettati all’accidentalità degli eventi. Continua a leggere