Questa è una stroncatura, atto che compio raramente. Non posso altrimenti. Uno scrittore decide di mettere al posto di Encolpio, Ascilto e Gitone, gli eroi di Petronio, un terzetto composto da due ricercatori universitari (di cui uno gay) e una studentessa appetitosa e disponibile, e scrivere un Satyricon dei nostri italici giorni, intitolandolo, guarda un po’, Satyricon 2.0 (Mondadori 2014). Ideona, quella di Gian Mario Villalta: una storia che si dichiara romanzo, ovvero finzione, già inizialmente e meta-letterariamente nelle parole della voce narrante, che è il ricercatore-morto-di-fame Giuseppe-Encolpio, una storia che è anzitutto dunque un gioco letterario, ma che vorrebbe anche satireggiare la nostra contemporaneità economica e culturale misera e vuota. L’ideona non funziona, a tratti il ridicolo delle situazioni diventa ridicolo di una scrittura che si pretende saputa ma è macchinosa, e soprattutto ha la colpa, il vizio capitale di molta narrativa italiana contemporanea: non saper creare personaggi credibili, ma solo macchiette, o figure evanescenti e intercambiabili. Basta vedere quella malavita cinese che definire da operetta sarebbe un insulto all’operetta. Troppo sesso non necessario, a differenza di quello presente nell’augusto modello, ma soprattutto incapacità di trasferire quel modello, in ciò che poteva essere trasferibile con una qualche credibilità, nella situazione dell’Italia di oggi. Perché spendere altre parole? Romanzo senza coerenza, pretenzioso, un romanzaccio da dimenticare.

Il Satyricon è uno dei testi più affascinanti della letteratura latina. Seppur frammentario, conserva una potenza avvolta di mistero, e dei personaggi che mi piacerebbe vedere catapultati ai nostri giorni. Per non parlare del suo autore, Petronio, costretto al suicidio da Nerone. La sua morte fu del tutto spettacolare: si recideva le vene mentre i suoi amici, intorno a lui, leggevano versi licenziosi e scherzosi. Insomma, tutto lontanissimo dal romanzaccio che tu sconsigli vivamente. Grazie dell’avvertimento! ;)
Naturalmente ci sarà chi ha sul romanzo una opinione diversa dalla mia…
Probabilmente ha voluto fare troppo mettendosi a confronto con il Satyricon!
Mi piace la tua coerenza Fabio, il tuo essere schietto e diretto quando parli di libri!
Saluti, Patrizia