Grande, grandissima scrittura quella di Julien Green in Suite inglese (Suite anglaise, 1972, trad. it. di R. Lucchese, Adelphi 1994). Cinque sintetiche biografie, in cui nessuna parola è di troppo, e cinque scrittori sono presentati nella loro vita. Sono Samuel Johnson, William Blake, Charles Lamb, Charlotte Brontë e Nathaniel Hawthorne. Tra i cinque mirabili ritratti, quello che preferisco è quello di Charlotte Brontë, che mi pare un microromanzo di assoluta bellezza. Comincia così:
Haworth, nello Yorkshire, è un malinconico villaggio situato in una delle province più tristi d’Inghilterra. Le sue case basse hanno quell’aria tozza e corrucciata che si ritrova nei contadini della regione; ammassate intorno a una chiesa dal campanile quadrato, esse coronano una collinetta e conferiscono a questa altura l’aspetto severo di una fortezza. Il luogo più tetro di Haworth è certamente la canonica, che gli abitanti non hanno esitato a costruire ai margini di un cimitero…
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