Saltuariamente, molto saltuariamente, leggo qualche testo sull’autismo di provenienza psicoanalitica (o psicanalitica, secondo la lezione lacaniana). Come, ad esempio, La cura del bambino autistico di Martin Egge. Marie-Christine Laznik è una psicanalista lacaniana francese, ed è l’autrice di questo Con voce di sirena (Editori Riuniti 2012), curato da Jania Jerkov e introdotto da Filippo Muratori dell’IRCCS di Pisa, che psicanalista non è ma che con la Laznik ha collaborato per anni. Proprio i video fornitile da Muratori, realizzati da alcuni genitori nel corso del primo anno di vita dei loro bambini che sarebbero diventati autistici, video che evidenziano nelle madri e nei padri un atteggiamento assai diverso da quello che la psicoanalisi postula nella sua eziologia dell’autismo, hanno contribuito a modificare l’approccio della Laznik. In sostanza, in questo libro vediamo un esempio di strategia di autoconservazione della psicoanalisi di fronte alle inoppugnabili smentite dei fondamenti stessi della sua costruzione dell’autismo. La Laznik è infatti costretta ad accettare che sia il comportamento autistico del bambino la causa della frustrazione profonda o dell’eventuale depressione della madre, e non già l’inverso, come la psicoanalisi ha sempre pensato. Nondimeno, la psicanalista non rinuncia né al gergo né alle strutture profonde della narrazione psicanalitica, come si può ben vedere nel piccolo brano che qui riporto. Continua a leggere
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Psicoanalisi
Fu durante una breve permanenza a Parigi, nel 1979, che la natura di surrogato della psicoanalisi mi apparve in tutta chiarezza. I giovani intellettuali parigini con cui entrai in contatto ne erano tutti pervasi, era il loro linguaggio comune, essi parlavano lo psicanalese, vivevano come nel quadro di una religione, si sentivano depositari di una rivelazione. Ma il loro era il gergo di una scuola, la cui funzione è anzitutto quella di differenziare il gruppo di chi lo parla e intende dalla massa dei profani, secondo una logica di espulsione ed esclusione che è antica quanto il mondo. Essa dà una forma di sicurezza a coloro che se ne sentono partecipi. Penso che solo uno studio degli effetti placebo e nocebo sgombro da ogni pregiudizio potrebbe riportare l’efficacia clinica della psicoanalisi in quanto tale al suo grado di verità. Come tutti gli strumenti umani che sembrano creati per la liberazione, la psicoanalisi incessantemente si converte in dominio.