L’Armada

L' Armada

Die Armada. Don Juan d’Austria. Lebensfahrt eines Ehrsüchtigen. È abbastanza lungo, ma molto significativo, il titolo originale del più importante dei tre romanzi scritti dal misterioso Franz Zeise, uscito nel 1936. Lo leggo nella traduzione molto bella di A. Rho (Sellerio 2012). C’è una bella introduzione di Leonardo Sciascia, che giustamente addita la qualità onirica della narrazione zeisiana, nella quale i dati storici, che ricevono una erudita attenzione dall’autore, sono trasvalutati e trasferiti in una dimensione di fantasmagoria. Si genera così un universo narrativo in cui una moltitudine di vite differenti per qualità e specificazioni (dai lanzichenecchi ai condottieri, dalle prostitute agli hidalgos) attinge la condizione di affresco, cangiante e monotono insieme. Una sorta di connubio tra espressionismo tedesco e pittura di Tintoretto. L’effetto è grandioso e straniante, a tratti spaventoso, folle e quasi non più umano. Del resto, la follia è presente nella stirpe del bastardo fratellastro di Filippo II, e in lui medesimo. Non si dimentichi l’anno 1936, in cui uscì il libro, e i segni di disumanità che percorrevano il mondo.