La capanna nella vigna 1

Nelle mie letture jungeriane sono a La capanna nella vigna (Die Hütte im Weinberg, 1958, trad. it. A. Iadicicco, Guanda 2009). Come dice il sottotitolo è il diario degli anni dell’occupazione (1945-48) della Germania. Come sempre leggendo Jünger trovo molto da ritagliare.

La capanna nella vigna. Gli anni dell'occupazione, 1945-1948

I gigli sono una famiglia reale, di stirpe principesca. Ma da dove proviene la grande consolazione, il dono che i fiori ci dispensano? . Ci riflettevo. La sua natura è certamente tellurico-erotica, perché i fiori corrispondono agli organi e agli impulsi amorosi della Madre Terra. Le nozze floreali sono perfette, neanche lo sfarzo animale al suo culmine può eguagliarle. È come se le leggi del cosmo vi si esprimessero con una purezza immediata, celestiale. La relazione tra i pianeti e il sole ha forse un che di simile. Chi conosce le forze che esercitano gli uni sugli altri?
E così, la contemplazione di queste stelle fiorite procura anche un piacere spirituale. Tacciono tanto profondamente, sono così persuasive, così esemplari. Nell’orto di ogni contadino, sul ciglio di ogni campo risplendono mosaici, nastri di ideogrammi. Dove, altrimenti, si presagisce con tanta chiarezza la possibilità, l’esistenza di mondi più grandi del nostro? È il nettare divino, il vino dell’eterna giovinezza che irraggia da questi calici. (pp. 14-15)

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